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La Cometa Catalina ci Inserisce nel 2016

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Come vedere Catalina, 
Ha due code ed è possibile osservarla fino a fine gennaio puntando il binocolo verso il cielo in direzione est, in piena notte o poco prima dell'alba.

La cometa del Natale 2015 si chiama C/2013 US10 Catalina e da inizio dicembre è osservabile in piena notte e prima dell'alba con un piccolo telescopio o un binocolo. Raggiungerà il punto più vicino alla Terra il prossimo 17 gennaio, per poi dirigersi verso i confini del Sistema Solare, per cui non rimane ancora moltissimo tempo per assistere al suo passaggio.

COSA C'È DA SAPERE. Catalina è una cometa non periodica del Sistema Solare, individuata il 31 ottobre 2013 dal Lunar and Planetary Laboratory dell'Università dell'Arizona. Ha toccato il perielio (il punto dell'orbita di massimo avvicinamento al Sole) il 15 novembre 2015; prima di allora era stata visibile per mesi solo nell'emisfero australe.

Il suo piano orbitale è inclinato di 149° rispetto a quello dell’eclittica (il piano dell’orbita terrestre), un dato che ne rivela  la provenienza dalla Nube di Oort, l’enorme inviluppo di corpi ghiacciati che avvolge il nostro sistema planetario.

ORA O MAI PIÙ. Il suo periodo di rivoluzione intorno al Sole doveva essere originariamente di alcuni milioni di anni, ma la probabile collisione con un altro corpo celeste ha fornito a C/2013 US10 l'energia necessaria per "scappare" dalla nostra stella (orbita iperbolica). Si tratta quindi del suo primo e unico passaggio all'interno del Sistema Solare e di un'occasione irripetibile per poterla scrutare insieme alle sue due code: una composta da gas ionizzati e l'altra da polveri di varie dimensioni.

COME OSSERVARLA. La sua magnitudine staziona tra il 5 e il 6, il che la rende tecnicamente visibile a occhio nudo. Tuttavia, per centrare l'obiettivo è consigliabile almeno un binocolo, a meno che il cielo non risulti molto scuro. Per trovare Catalina bisogna puntare lo sguardo a est: il 24 dicembre entrerà nella costellazione del Bifolco (Bootes), passando vicino alla luminosa stella Arturo il 1 gennaio 2016. Il 17 gennaio la cometa sarà a "soli" 108 milioni di chilometri dalla Terra: in quella data farà capolino nel cielo dalle ore 22, nei dintorni dell’Orsa Maggiore.

Salvo imprevedibili outburst, la luminosità apparente di Catalina si spegnerà poi gradualmente, rendendo necessario l'utilizzo di un telescopio professionale già da fine gennaio.

Leggi come sarà il tuo 2016


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Tutto l’universo in una sola immagine

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Tutto l’universo in una sola immagine 


L’artista Pablo Carlos Budassi ha sovrapposto le immagini scattate dai telescopi satellitari a una mappa logaritmica dell’universo creata a PrincetonTutto l’universo in una sola immagine .

L’artista Pablo Carlos Budassi ha sovrapposto le immagini scattate dai telescopi satellitari a una mappa logaritmica dell’universo creata a Princeton

 Come è possibile far stare tutto l’universo conosciuto in una sola immagine? Si può se si usa una scala logaritmica. E si ha molta pazienza. È quanto ha fatto l’artista Pablo Carlos Budassi che, utilizzando numerose immagini scattate dai telescopi satellitari e sovrapponendole alla mappa logaritmica dell’universo messa a punto dagli astronomi dell’Università di Princeton, ha realizzato un’immagine che ha anche una notevole valenza estetica.

Mappa logaritmica
Partendo dal Sole e dai pianeti che gli ruotano intorno, lo sguardo si amplia alla Nube di Oort, la zona ai margini del Sistema Solare che comprende pianeti e comete ghiacciate. Dopo di che si passa alle stelle della Via Lattea, e poi alle galassie vicine come quella di Andromeda. Poi sempre più in là, verso le galassie più lontane e gli ammassi galattici. Finché si giunge al margine dell’universo conosciuto, rappresentato dal fitto reticolo «spugnoso» della radiazione cosmica di fondo a microonde, ciò che rimane del Big Bang. Infine un anello di plasma di quark-gluoni circonda l’intera immagine: è la «zuppa» primordiale originata dal Big Bang nei primi istanti (miliardesimi di miliardesimi di miliardesimi di secondo) del nostro universo.Come è possibile far stare tutto l’universo conosciuto in una sola immagine? Si può se si usa una scala logaritmica. E si ha molta pazienza. È quanto ha fatto l’artista Pablo Carlos Budassi che, utilizzando numerose immagini scattate dai telescopi satellitari e sovrapponendole alla mappa logaritmica dell’universo messa a punto dagli astronomi dell’Università di Princeton, ha realizzato un’immagine che ha anche una notevole valenza estetica.

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Giove, Marte, Saturno, Venere e Mercurio, tutti in fila nel 2016

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Giove, Marte, Saturno, Venere e Mercurio, tutti in fila. 

Sono i cinque pianeti più luminosi, visibili a occhio 
nudo nel cielo, 'appesi' a un filo immaginario che corre da sud-est a ovest. Una configurazione così non accadeva dal 2005 e sarà l'occasione per ammirarli tutti in questa affascinante coreografia. Per 
osservarla ci sarà molto tempo, lo spettacolo andrà infatti in scena dal 20 gennaio per terminare un 
mese dopo. Sarà facile individuarne i protagonisti, a cominciare da Venere e Giove, in assoluto i corpi più luminosi della volta celeste notturna dopo la Luna. 
Tra loro, lungo la linea virtuale, Saturno e Marte. 

A completare il quintetto sarà Mercurio, che sorgerà in prossimità dell'alba, cioè poco dopo le sei del 
mattino. Verso la fine di febbraio prenderà parte all'insolito allineamento anche la Luna

 Il cielo dà spettacolo: dal 20 gennaio il grande «filotto» del Sistema solare
Fino al 20 febbraio cinque pianeti (più la Luna) visibili nel cielo un’ora prima dell’alba guardando verso sud. A fine mese il momento migliore per l’osservazioneIl cielo dà spettacolo: dal 20 gennaio il grande «filotto» del Sistema solare

Tutti in fila per cinque, anzi sei. Saranno ben cinque i pianeti del Sistema Solare (Mercurio, Venere, 
Saturno, Marte e Giove) ai quali si aggiunge la Luna tra gli ultimi due che saranno visibili in cielo 
guardando verso sud a partire dal 20 gennaio fino a metà di febbraio. Per osservarli bene, però, oltre a munirsi di un piccolo telescopio o di un buon binocolo, occorrerà alzarsi molto presto: un’ora prima 
dell’alba. Ma gli appassionati di astronomia sono abituati alle «alzatacce».
L’allineamento
I cinque pianeti e la Luna, che con il suo chiarore dominerà il cielo, saranno allineati in un’ipotetica linea ascendente da sud-est in direzione sud-ovest. Il giorno migliore per osservare l’allineamento? Sabato mattina del 30 gennaio. La particolarità è la presenza di Mercurio che sale sopra l’orizzonte poco prima dell’alba e che nei giorni successivi si sposterà fino ad arrivare quasi sotto a Venere. Anche la Luna si sposterà velocemente in cielo: il 28 gennaio apparirà nei pressi di Giove, poi il 1° febbraio quando sarà all’ultimo quarto si potrà osservare accanto a Marte. Un po’ alla volta il nostro satellite si sposta verso sud-est e il 4 febbraio sarà delle parti di Saturno, due giorni dopo di accosterà a Venere e per finire il giorno 6 una piccolissima falce si potrà osservare sotto Mercurio.
Il prossimo nel 2018
Un allineamento simile non accadeva dal 2005 e il prossimo nell’emisfero boreale comparirà solo nel 2018. A meno di spostarsi nell’emisfero meridionale nel prossimo mese di agosto.

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MDD : Movimento per i Diritti dei Disoccupati

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Il Movimento per i Diritti dei Disoccupati, 
si prefigge di portare avanti le istanze dei senza lavoro, nei confronti delle Istituzioni.
 MDD non è un gruppo virtuale, ci riuniamo periodicamente presso
 la Camera del lavoro di Milano.
Sarebbe importante che si formassero altri gruppi in tutte le province lombarde per costituire una 

Federazione Regionale del Movimento, aumentando così la forza contrattuale 
dei disoccupati in Lombardia e volendo anche in altre Regioni ed in
TUTTA ITALIA



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Le onde gravitazionali spiegate in modo semplice

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onde gravitazionali spiegate in modo semplice

C’era una volta, circa 1 miliardo e 300 milioni di anni fa, la Terra.  Si trovava in quello che gli scienziati oggi chiamano periodo mesoproterozoico. Silenziosamente la vita si evolveva e questo è il momento dei cianobatteri e delle prime riproduzioni sessuali 
fra organismi unicellulari prima, pluricellulari poi. 

Nessuno, su questa Terra così giovane, può accorgersi di ciò che sta accadendo nel cosmo profondo. 
Due buchi neri, dopo una lunga danza uno attorno all’altro, stanno esaurendo la loro energia, non 
possono più stare lontani  e si avvicinano uno all’altro sempre di più, sempre di più fino, sempre più 
vicini fino  a quando, separati da poche centinaia di chilometri, iniziano a girare ad una velocità 
prossima a quella della luce (300.000 km/s circa). E’ questo il momento: le loro masse veloci disturbano lo spaziotempo proprio come l’acqua che bolle mette in agitazione
 la superficie di una pentola d’acqua. 


In una frazione di secondo, i buchi neri fondenti emettono tantissima energia, un’energia centinaia di 
volte più intensa di quella emessa da tutte le stelle dell’universo. Eccolo, nessuno lo vede ma si è 
formato un nuovo buco nero, 62 volte più pesante del nostro Sole. E lo spazio-tempo che lo accoglie, è tornato tranquillo. Ma c’è ancora traccia di quel fenomenale evento: ieri 11  febbraio 2016 la 
collaborazione LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory, nome dell’esperimento) ha confermato che quella catturata il 12 settembre 2015 è proprio un’onda gravitazionale, dovuta alla 
nascita di buchi neri avvenuta 1,3 miliardi di anni fa.

Chi le ha “scoperte”? Albert Einstein nel 1916 aveva previsto l’esistenza delle onde gravitazionali 
nell’ambito della sua Teoria Generale della Relatività. Gli oggetti che hanno una massa deformano lo spaziotempo, proprio come un ippopotamo seduto su un letto deforma un materasso. Avrei potuto dire anche un gatto, ma la deformazione sarebbe stata poco visibile...
Ok, ma allora che cos’è lo spaziotempo? Lo spaziotempo è un’entità fisico-matematica, invisibile ai 
nostri occhi ma è l’”ambiente” in cui siamo immersi. Guardate l’angolo della stanza in cui siete: le tre linee perpendicolari fra loro esprimono le 3 dimensioni spaziali. Poi esiste la quarta dimensione. Vederla non è possibile, neanche toccarla o assaggiarla: però si può misurare ed è il tempo. Prima del Big Bang non esisteva nulla, non solo le stelle e tutto il resto ma neanche lo spaziotempo. E oggi che l’Universo si sta espandendo, lo spazio-tempo si estende con lui.

Ora torniamo all’ippopotamo sul letto.  Prendiamo una pallina e facciamola rotolare come si fa a 
bowling, partendo da un angolo dal letto. Cosa succede alla pallina? Rotola verso l’ippopotamo perché intorno a lui il materasso si piega. Allora immaginiamo che al posto dell’ippopotamo ci sia il Sole. E che il materasso diventi invisibile ai nostri occhi. E lanciamo ancora la pallina. Che cosa vedremmo? La  pallina che “cade” verso il Sole. Ecco, la gravità è questo: è una curvatura dello spaziotempo e non una forza! Per capire meglio, se lo spaziotempo fosse bidimensionale, potremmo immaginarlo come un tessuto elastico su cui appoggiano le cose: il Sole, la Luna, le stelle, tutto! La massa degli oggetti “deforma” il tessuto dello spazio tempo, proprio come l’ippopotamo deforma il materasso. E un buco nero, che è pesantissimo,  si ipotizza che possa lacerare il tessuto dello spaziotempo, formando dei "tunnel" spaziotemporali attraverso i quali "viaggiare" da un punto all'altro dell'Universo.



E le onde gravitazionali allora cosa sono? Sono le vibrazioni del “tessuto” spaziotemporale dovute al 
fatto che i corpi sono in moto accelerato (cioè la loro velocità aumenta o diminuisce) e questo moto non è perfettamente sferico. Quindi quando corpi con grande massa come stelle o buchi neri si muovono, provocano onde gravitazionali che sottraggono loro energia.
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Ma allora anche la Terra che gira intorno al Sole provoca onde gravitazionali? Sì e per questo motivo 
perde un po’ della sua energia e quindi tende a ad avvicinarsi sempre di più al Sole (ogni giorno si 
avvicina di 0,0000000000000001 metri) ma stiamo tranquilli: non cadremo sul Sole perché ci vorrebbe un tempo pari a 10.000.000.000.000 volte la vita dell’Universo (che ha circa 15 miliardi di anni) e prima che questa “perdita” possa far cadere la Terra sul sole come una mela matura, il nostro pianeta sarà prima inghiottita dal Sole,  che si gonfierà come un soufflè e si trasformerà poi in una nana bianca (non c’è scampo terrestri!).

Gli scienziati che hanno studiato e catturato le onde gravitazionali sono stati in grado di dedurre dalle 
stesse la massa dei buchi neri che le hanno prodotte, la velocità orbitale e il preciso momento in cui le superficie si sono toccate. La Teoria della Relatività Generale ha vinto un’altra volta: le coppie di buchi neri esistono e quando i due partner si fondono, il nuovo buco nero tende a una forma  sferica.

L’ esistenza delle onde gravitazionali è fondamentale perché mette un limite alla velocità con cui i corpi interagiscono (o si scambiano informazioni) fra loro. Per esempio il Sole emette raggi luminosi ma questa luce visibile impiega un po’ per arrivare fino a noi (8 minuti), quindi non è istantanea. In altre parole, se il Sole per assurdo si spegnesse come fa  una lampadina al click di un interruttore, 
vedremmo ancora per 8 minuti la sua immagine. Una curiosità: le onde gravitazionali non esistono nella teoria della gravitazione di Newton, dove le interazioni fra corpi sono a velocità infinita.

L’intuizione di Einstein
Giornali e social network traboccano di articoli sulla rilevazione delle onde gravitazionali, fatto davvero decisivo per la fisica, per la scienza in generale, e pure per l’immagine dell’universo in cui ci troviamo a vivere. Non si insisterà mai abbastanza sul valore fondante e cognitivo della scienza, a dispetto delle tendenze anti-scientifiche che oggi prevalgono in molti ambienti filosofici.
Dunque è vero, come recita la teoria della relatività generale formulata da Albert Einstein nell’ormai 
lontano 1915, che la gravità altro non è che una manifestazione della curvatura dello spaziotempo. Il 
quale, a sua volta, è una sorta di lenzuolo a quattro dimensioni dove il tempo, per l’appunto, è la quarta.Non solo. I celebri buchi neri, spesso al centro di libri e film di fantascienza, stanno diventando sempre più “reali” visto che, ormai, si riesce a osservarne il comportamento in un passato lontanissimo. Miracoli – si potrebbe dire – dell’ingegno e dell’immaginazione umani, che riescono a trascendere i meri dati empirici proiettandoci in dimensioni prima sconosciute dell’universo.

Hanno quindi ragione Einstein e altri scienziati – per esempio l’italiano Carlo Rovelli – che ci invitano a riflettere su una frase pregna di significato: “La realtà non è come ci appare”. L’avevano già capito tanti filosofi a partire dall’antichità per arrivare ai giorni nostri, insistendo sulla dicotomia “apparenza-realtà”.
Si può notare che, in quel caso, si tratta di mere argomentazioni astratte, basate sulla speculazione 
pura e senza il sostegno di riscontri empirici. Democrito era giunto a ipotizzare l’esistenza degli atomi senza che il mondo circostante gli fornisse il benché minimo riscontro, e solo a distanza di tanti secoli si appurò che il suo ragionamento non era affatto campato in aria.
Sarebbe tuttavia errato pensare che la scienza percorra un cammino del tutto diverso, come hanno 
sostenuto – e tuttora sostengono – positivisti e neopositivisti. A loro avviso il progresso scientifico è 
dovuto a una costante accumulazione di dati in cui il metodo induttivo gioca un ruolo chiave.
La storia della scienza degli ultimi secoli dimostra proprio il contrario, giacché le scoperte e i risultati più sensazionali sono stati ottenuti grazie alla deduzione non basata su dati disponibili e, soprattutto, in virtù di creatività, intuizione e fantasia.
E qui è necessario rammentare anche un classico come “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” di 
Thomas Kuhn. Lo storico e filosofo della scienza americano tracciò una distinzione tra scienza 
“normale” e “straordinaria”. Scoperte decisive avvengono quando la comunità scientifica comincia ad abbandonare un vecchio “paradigma” per adottarne uno nuovo e, a quel punto, cambia la nostra 
visione del mondo. E a volte cambia in maniera così radicale da indurci a ritenere che la visione nuova sia addirittura “incommensurabile” rispetto alla precedente.
Relatività e meccanica quantistica rappresentano i due casi più emblematici di paradigmi nuovi nella 
nostra epoca. E, ovviamente, la storia non è affatto finita, poiché è ipotizzabile che altri paradigmi si 
faranno strada nel prossimo futuro.
Ciò che davvero conta, tuttavia, è capire che Einstein usò intuizione, creatività e fantasia, doti di cui 
solo gli scienziati di genio – o “straordinari”, come direbbe Kuhn – sono dotati. La pratica scientifica è rigorosamente selettiva e per niente egualitaria. Il fisico geniale è colui che riesce a trascendere i dati quotidiani intuendo, come prima si diceva, che la realtà non è come ci appare.
Proprio per questo Einstein non credeva affatto a un metodo scientifico standard, valido per tutti, e 
basato sul processo automatico input-output. Fosse davvero così, ognuno potrebbe diventare un 
grande scienziato.
E invece è il contrario. Per esserlo occorre avere doti non comuni e proiettarsi con l’intuizione al di là dell’apparenza. E non tutti ne sono capaci: anzi pochissimi. A riprova del fatto che, nella scienza come altrove, la genialità individuale non è mai riducibile a criteri massificanti.

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Buco Nero di Grossa Taglia Vicino a Noi

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C’è un buco nero di grossa taglia vicino a noi

I buchi neri supermassicci potrebbero essere in agguato ovunque nell'Universo. Questa la scoperta di un team internazionale di astronomi, apparsa oggi su Nature: un buco nero da 17 miliardi di masse solari si trova in una galassia non tanto lontana dalla nostra.

I buchi neri supermassicci sono giganti cosmici, con masse che vanno da qualche milione fino a miliardi di volte quella del Sole. Si pensa che al centro di quasi tutte le galassie ce ne sia uno, ma quello che ha scoperto di recente un team internazionale di astronomi è senza dubbio un buco nero da record: contiene circa 17 miliardi di soli. La scoperta implica che questi colossi potrebbero essere più comuni di quanto pensiamo.



Fino ad oggi i buchi neri supermassicci più grandi che conoscevamo avevano masse pari a 10 miliardi di volte quella del Sole, e si trovavano in galassie molto grandi, all’interno di ammassi di galassie molto densi. L’attuale detentore del record di massa si trova nell’ammasso della Chioma, e contiene circa 21 miliardi di masse solari. Il buco nero appena scoperto si trova invece all’interno della galassia NGC 1600, nella direzione opposta del cielo rispetto all’ammasso della Chioma, in una regione apparentemente scarsa di galassie a circa 200 milioni di anni luce dalla Terra. Tutte queste caratteristiche rendono molto interessante questo gigante, spiega Chung-Pei Ma, professoressa presso l’Università della California, nonché a capo della campagna osservativa MASSIVE dedicata alle galassie vicine e massicce. Se trovare un buco nero di grandi dimensioni in una galassia massiccia e collocata in una regione affollata è abbastanza prevedibile, lo è decisamente meno immaginare di scoprirne in regioni più sgombre dell’Universo.

«Gli ammassi ricchi di galassie come quello della Chioma sono molto rari, ma esistono un paio di galassie delle dimensioni di NGC 1600 all’interno di gruppi di media grandezza», dice Ma. «Quindi ora viene da domandarsi se questo oggetto possa rappresentare solo la punta di un iceberg».

Un aspetto interessante della scoperta è la precisione con cui conosciamo la stima di massa del buco nero di NGC 1600. Mentre quello scoperto nel 2011 all’interno della galassia NGC 4889, nell’ammasso della Chioma, aveva un limite superiore di 21 miliardi di masse solari e un limite inferiore di 3 miliardi di masse solari, la stima per NGC 1600 è molto più precisa, con un intervallo di masse possibili tra 15.5 e 18.5 miliardi di masse solari.



È interessante inoltre notare che le stelle in rotazione attorno al nucleo centrale di NGC 1600 si muovono come se il buco nero appartenesse a un sistema binario. I sistemi di questo tipo sono piuttosto comuni nelle galassie di grandi dimensioni, poiché si ritiene che le galassie crescano attraverso fusioni successive con altre galassie, ognuna delle quali ospita molto probabilmente un buco centrale. Questi buchi neri verrebbero quindi fusi all’interno del nucleo di una nuova e più grande galassia in seguito ad una reciproca danza orbitale, dando luogo a un buco nero più grande ed emettendo onde gravitazionali.

La campagna osservativa MASSIVE, iniziata nel 2014, è stata promossa e sostenuta dalla National Science Foundation e ha lo scopo di ottenere stime di massa per stelle, materia oscura e buchi neri centrali appartenenti a 100 galassie massicce e vicine. Più precisamente, si occupa di galassie con più di 300 miliardi di masse solari, ed entro 350 milioni di anni luce di distanza dalla Terra.

Il buco nero supermassiccio trovato nella galassia NGC 1600 è uno dei primi successi del progetto, e dimostra ancora una volta il valore della ricerca sistematica del cielo notturno. Se il gruppo di ricercatori si fosse limitato all’osservazione di regioni ad alta densità di galassie, infatti, questa scoperta non sarebbe mai stata possibile. I dati che hanno permesso di scovare il buco nero oversize sono stati raccolti dal telescopio spaziale Hubble e dai telescopi da Terra Gemini alle Hawaii e McDonald Observatory in Texas



Grazie ai dati spettrali raccolti dal telescopio Gemini è stato possibile notare che le stelle localizzate nei pressi del buco nero viaggiano pressoché tutte lungo orbite circolari, con pochissime eccezioni di movimenti radiali verso l’interno o verso l’esterno. Questo potrebbe indicare che le stelle più vicine al buco nero sono state scagliate via da un effetto fionda, simile a quello che sfruttano le sonde spaziali per prendere velocità durante i loro viaggi interplanetari. I dati indicano che il responsabile di questa centrifuga cosmica potrebbe essere un sistema binario di buchi neri.

Se, come sembra, NGC 1600 contiene davvero una coppia di buchi neri con una massa totale di 17 miliardi di soli in orbita uno attorno all’altro a una distanza di una frazione di anno luce, gli attuali Pulsar Timing Array dedicati alla ricerca onde gravitazionali dovrebbero essere in grado di captare l’emissione di questo sistema, spiega Chung-Pei Ma.

Le immagini raccolte dal telescopio spaziale Hubble hanno rivelato che la zona centrale di NGC 1600 è insolitamente debole, indicando una mancanza di stelle vicine al buco nero. Questa caratteristica distingue le galassie massicce da quelle ellittiche standard, che sono molto più brillanti al centro. «Un’impronta tipica di un buco nero binario è la pulizia del nucleo causata da effetti dinamici», dice Ma. Questa caratteristica aiuterà il team di ricercatori a raffinare la campagna osservativa MASSIVE, e a trovare altri buchi neri supermassicci nelle regioni più vicine alla Terra.


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Ecco l' Uomo di Altamura

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Ecco l' Uomo di Altamura a grandezza naturale
Nel 1993 in una grotta delle Murge furono ritrovati i resti di un Neandertal vissuto almeno 130 mila anni fa. Due dei più grandi paleoartisti mondiali ne hanno realizzato un modello a grandezza naturale che sarà presto esposto al pubblico.

Per più di vent’anni il suo cranio è rimasto incastonato tra le stalattiti e le concrezioni calcaree della 
grotta di Lamalunga, in Puglia. Oggi finalmente l’Uomo di Altamura, un Neandertal arcaico, vissuto più di 130 mila anni fa, ha un volto. La sua ricostruzione, realizzata dai due paleoartisti olandesi Adrie e Alfons Kennis che già avevano contribuito a realizzare la riproduzione di Oetzi, la mummia del ghiacciaio del Similaun, è stata appena presentata  nella cittadina pugliese, e costituirà il pezzo forte di una rete museale dedicata a questa fondamentale scoperta paleoantropologica. 


Ricostruito l'aspetto dell'Uomo di Altamura
l'Uomo di Altamura, uno dei più importanti Neanderthal, di cui ora sono disponibili un modello 
tridimensionale del cranio e una ricostruzione dei tratti del viso e dell’intero corpo a grandezza naturale, grazie a una ricerca coordinata da Giorgio Manzi della Sapienza Università di Roma e David Caramelli dell'Università di Firenze.



Grazie a diverse tecniche di imaging applicate allo scheletro imprigionato nella grotta di Lamalunga, in Puglia, è stato possibile ricostruire in tre dimensioni il cranio e il probabile aspetto dell'Uomo di 
Altamura. Il nuovo risultato, ottenuto da ricercatori italiani, conferma i tratti neanderthaliani dell'individuo, che però ne conserva alcuni più arcaici che creano un ponte morfologico con il più antico Homo heidelberghensis

È ancora lì dov'è stato scoperto 23 anni fa nel corso di attività speleologiche, ricoperto da concrezioni e imprigionato dalle rocce calcaree. Eppure le tecnologie digitali, 
sono riuscite in qualche modo a liberarlo.

Stiamo parlando dell'Uomo di Altamura, uno dei più importanti Neanderthal, di cui ora sono disponibili un modello tridimensionale del cranio e una ricostruzione dei tratti del viso e dell’intero corpo a grandezza naturale, grazie a una ricerca coordinata da Giorgio Manzi della Sapienza Università di Roma e David Caramelli dell'Università di Firenze.
  


Uomo di Altamura, così chiamato perché ritrovato nella grotta di Lamalunga, nell'Alta Murgia, in Puglia, negli ultimi anni si erano sapute già molte cose. La prima è la collocazione cronologica: il reperto risale infatti a un periodo compreso tra 172.000 e 130.000 anni fa, alla fine del Pleistocene Medio, come risultato da una datazione pubblicata lo scorso anno sul “Journal of Human Evolution”, ottenuta da Andrea Borsato, oggi all'Università di Newcastle, in Australia.

La seconda riguarda la morfologia dello scheletro, tipica dell'uomo di Neanderthal, ma con alcuni tratti arcaici. Nel 2009 infatti è stato possibile rimuovere un frammento di scapola, l'unico reperto finora uscito fisicamente dalla grotta, ed estrarre campioni di DNA. L'analisi bio-molecolare ha rivelato che l'Uomo di Altamura è geneticamente un Neanderthal.
  
Ora poter vedere com'erano fatti il suo cranio e il suo volto, realizzato con tanto di capelli, barba e baffi da Adrie e Alfons Kennis, due esperti olandesi di questo tipo di ricostruzioni, riporterà l'attenzione su un tesoro paleo-antropologico di inestimabile valore, e consentirà di aprire una nuova stagione di ricerche che si spera possano chiarire alcuni aspetti importanti dell'evoluzione umana.

“Questo risultato è emerso da un progetto di ricerca iniziato con una sofisticata e accurata registrazione della disposizione delle ossa nel giacimento, che come noto sono inglobate nella concrezione della cosiddetta abside: finora erano visibili solo agli speleologi, mentre in futuro si potranno ammirare in un'esposizione museale in forma di una stampa in 3D”, ha spiegato Manzi. “Ciò ha consentito di prendere misure molto attente di alcune ossa lunghe come il femore e l'omero, e di avere così un quadro esatto delle proporzioni corporee dell'Uomo di Altamura, che ha confermato di avere un corpo abbastanza tipico per i Neanderthal”.


Ma è il cranio il pezzo forte di questa operazione di estrazione virtuale.

Ricostruzione del cranio dell'uomo di Altamura estratto virtualmente dalla grotta con tecniche combinate laser scanner (parte anteriore) e fotogrammetriche (parte posteriore e base). Il cranio, ancora ricorperto dalle concrezioni calcaree, è stato ricomposto in laboratorio e integrato digitalmente per quanto riguarda le parti mancanti basandosi su altri Neanderthal arcaici. 

“Per quanto riguarda il cranio, abbiamo utilizzato la tecnica di laser scanner per la parte anteriore, 
quella del viso, che è visibile all'interno della grotta senza particolari sforzi, mentre per la parte 
posteriore e basale abbiamo utilizzato tecniche di fotogrammetria, accedendo a una stanzetta posteriore con dei bracci meccanici”, ha continuato Manzi. “In laboratorio, abbiamo poi proceduto al montaggio delle immagini ottenute con le due tecniche, colmando le lacune con reperti di confronto di cui disponevamo già”.

Il risultato è che a differenza del resto del corpo che ha caratteristiche abbastanza tipiche per un 
Neanderthal, il cranio ha una conformazione assolutamente peculiare.

“Il cranio ha un aspetto decisamente arcaico, cosa  che (insieme con la datazione di circa 150.000 anni fa) fa dell'Uomo di Altamura una sorta di ponte morfologico tra specie umane precedenti, come Homo heidelbergensis, e l'uomo di Neanderthal: anche per questo è un reperto importantissimo”.

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Transito di Mercurio davanti al Sole

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Il transito di Mercurio davanti al Sole
Le immagini del transito di Mercurio sul Sole
Scattate da tutta Italia, immortalata anche una rondine di passaggio.

Lunedì 9 maggio sul disco del Sole è comparso un 'neo' che ha accompagnato la nostra stella per tutto il pomeriggio. Mercurio, il pianeta più piccolo del Sistema Solare, è passato davanti al Sole disegnando un neo sul disco della nostra stella.
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E' un fenomeno abbastanza raro, che si ripete circa 13 volte in un secolo: l'ultima volta è avvenuto l'8 
novembre 2006 e il prossimo appuntamento sarà per l'11 novembre 2019. 



Gli appassionati del cielo si sono mobilitati per non perdere lo spettacolo e in tutta Italia sono stati 
organizzati numerosi eventi, anche se in molte località del Centro-Nord
 le nubi sono state delle guastafeste.

Quella del 9 maggio è stata un'occasione da non perdere perchè nel 2019, come accadde nel 2006, il 
fenomeno sarà poco visibile dall'Italia, ha detto l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual 
Telescope. Il 9 maggio abbiamo invece  potuto osservare una buona porzione del fenomeno, 
 dalle 13,12 alle 20,42. 



Osservare il transito di un pianeta non è solo una curiosità: quelli di Mercurio e Venere hanno aiutato a misurare le distanze nel Sistema Solare; al di fuori del Sistema Solare la tecnica dei transiti ha 
permesso di scoprire la maggior parte degli oltre 2.000 pianeti che ruotano attorno ad altre stelle.
  Numerosi gli appuntamenti organizzati in tutta Italia. Da Asiago a Catania, l'Istituto Nazionale di 
Astrofisica (Inaf) ha mobilitato i suoi osservatori in eventi per le scuole e il pubblico, con telescopi 
puntati sul Sole e conferenze su Mercurio e la missione Bepi Colombo, destinata a studiare il pianeta da vicino. Mobilitati con decine di eventi anche gli appassionati del cielo dell'Unione Astrofili Italiani (Uai), che hanno ricostruito la storia dei transiti di Mercurio osservati dal 1631. Telescopi puntati sul nuovo 'neo del Sole anche a Roma, nell'evento organizzato dal Planetario.

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L'area back end è protetta con un username e una password definita durante l'installazione, è possibile aggiungere più amministratori del sito.

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Catalogo prodotti

Creazione di categorie e sotto categorie, fotografie prodotti, descrizione, quantità disponibili, caratteristiche.
Supporto illimitato di prodotti e categorie, gestione dei prodotti in arrivo.
Ordini

Gestione degli ordini ricevuti: nuovi ordinativi, in stato di accettazione, confermati, spediti, consegnati.
Pagamenti

Gestione dei tipi di pagamenti: alla consegna, vaglia postale, vaglia o bonifico bancario, carta di credito, paypal.
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Gestione delle diverse tipologie di spedizioni, che possono essere scelte dal cliente al momento dell'ordine.
Clienti

Gestione dei clienti e dei relativi ordini.
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Gestione newsletter, Chi c'è on line, Invio e-mail.
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Carrello della spesa per gli ospiti e carrello della spesa permanente per i clienti
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Recensioni di prodotti per un'esperienza di shopping interattivo
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Lista delle categorie dei prodotti
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Il sistema offre ai clienti registrati una serie di funzioni per la gestione del proprio account:

Tutti gli ordini memorizzati nel database per un veloce ed efficiente recupero.
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Rubrica indirizzi per la spedizione e la fatturazione di più indirizzi.

Web Marketing
Strategie di Web Marketing per incrementare il business della tua azienda.
Una strategia di web marketing parte dalla pianificazione del progetto del sito web, o dalla sua ottimizzazione se il sito è già esistente.

In seguito vengono effettuate tutte quelle attività che hanno l’obiettivo di creare più contatti e visite al tuo sito, come l’attività di SEO (Search Engine Optimization), tenendo presenti tutte le altre attività di web marketing come le web campain di Google AdWords.



SEO (Search Engine Optimization
Posizionamento e indicizzazione siti sui Motori di Ricerca.
L’intervento SEO è mirato a fornire la massima visibilità e presenza all’interno degli indici di ricerca dei principali motori di ricerca. Consiste nell'ottimizzare i contenuti, le keywords, le descrizioni, affinché i risultati delle query (richieste/ricerche) che i potenziali clienti vanno a digitare in Google, MSN, Yahoo, restituiscano i contenuti del sito ottimizzato nei loro elenchi, ai primi posti e pagine dei motori di ricerca.

Obiettivi di una campagna SEO:

Portare il Vs sito nelle prime posizioni dei più importanti motori di ricerca, per frasi chiave
Aumentare le visite sul vostro sito massimizzando il risultato delle richieste che i navigatori effettuano sui motori di ricerca
Ottimizzare la struttura del sito (sito chiaro e comprensibile, link coerenti)
Registrare il Vs sito su portali settoriali o di zona
Verranno effettuati i seguenti servizi:

Analisi del sito e studio frasi chiave strategiche
Registrazione e gestione presenza sui più importanti motori di ricerca
Ottimizzazione tecnica del sito; frasi chiave, descrizioni e tag
Keyword Analisys (Analisi delle parole Chiave) per i Motori di Ricerca; analisi delle frasi chiave più efficaci del Vs. sito su cui basare la campagna;
Numero frasi o parole chiave per le quali posizionare il sito 12
Link Popularity: gestione della visibilità del Vs sito su diversi portali settoriali determinati in modo preciso durante la campagna
Avvio e Gestione della campagna SEO
Analisi Statistica: viene implementata la reportistica della campagna a seconda del contratto stipulato con il fine di ottenere i dati che consentano di prendere le decisioni operative più opportune
Analisi dei Risultati: in collaborazione con i ns. esperti verranno analizzati i risultati della campagna in modo da ottimizzarne i risultati.
Modalià d'intervento:

1) Analisi e scelta delle frasi chiave più idonee con il cliente

Consulenza e ricerca con il cliente dei migliori gruppi di parole da utilizzare inizialmente sulla campagna di posizionamento.
Dopo l’analisi tecnica del sito web, verranno analizzate le parole o frasi scelte.
2) Intervento tecnico sul sito

L’intervento SEO presuppone un’ottimizzazione tecnica del sito, nel caso di gestione da parte di altri fornitori si richiede adeguata disponibilità ad eseguire ottimizzazioni o ad accedere direttamente ai file oggetto di modifica.
3) Report e analisi dei risultati presso il cliente (trimestrale o semestrale)

Presentazione del report nella periodicità stabilita dal contratto.
Utilizzo delle statistiche avanzate
Analisi dei report
Eventuali modifiche alle parole o frasi che non hanno avuto i riscontri aspettati.

Campagna di web marketing con Google AdWords.

Google AdWords è la piattaforma per campagne pubblicitarie pay-per-clic di Google che permette la pubblicazione di annunci testuali, illustratai e video sulle pagine dei risultati del motore di ricerca e sui siti della rete display di Google.

Uno strumento come Google AdWords si configura come una delle diverse fasi di Search Engine Marketing (SEM), ovvero l’attività di marketing fatta attraverso i motori di ricerca.

La finalità è quella di attirare nuovi visitatori sul tuo sito web, infatti gli utenti trovano la tua attività commerciale proprio mentre cercano su Google i prodotti o i servizi che tu vendi.

Ti aiuterà così ad incrementare le vendite online, sviluppare il tuo business, far conoscere la tua start up o fidelizzare i tuoi clienti. 

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Raggiungi un maggior numero di visite al tuo sito, di contatti e di clienti, sviluppa il tuo business.
Raggiungi il tuo pubblico definendo il targeting, il segmento di pubblico utilizzando il remarketing, gli utenti troveranno la tua attività commerciale mentre cercano su Google i prodotti o i servizi che offri.
Fai pubblicità in tutto il mondo, raggiungi i clienti di determinati stati, aree geografiche o città, oppure quelli che si trovano vicino alla tua azienda.
Gestisci la tua campagna tramite strumenti di monitoraggio, scrivi e gestisci gli annunci e le keywords più adatte, imposti il relativo budget che sei disposto a spendere
e paghi solo sui risultati ottenuti.



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Ciao sono Maurizio , dopo gli studi Artistico ed Architettura mi sono dedicato all' Artigianato, specializzazione Cesellatore di lastre , Rame, Argento, Oro , ho proseguito gli Studi ed acquisito l' Attestato come Disegnatore di Gioielli ed Orafo, a causa di operazioni subite alle mani ( tunnel carpale ) mi sono avvicinato all' uso del computer come fisioterapia, ed ho imparato ad usare programmi per modificare/creare foto, conosco il linguaggio HTML5 , ed infine mi sono appassionato al JavaScript , ora come Web Designer, Web Master e Blogger , posso creare le vostre pagine internet leggere e responsive , per ogni vostra esigenza disegno loghi e marchi dal biglietto da visita alla insegna luminosa, realizzo banner e clip animate per pubblicizzare il vostro sito , consiglio un blog ed un video per fidelizzare i vostri clienti , volendo anche una Pagina Facebook.




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Omofobia e le Stragi Americane

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Frequentava locali gay l'attentatore, ed aveva terrore del Padre.
In queste ore in USA non si parla d’altro, la Polizia ha fatto sapere
 che Omar Mateen frequentava club 
lgbt da anni e usava diverse app gay tra cui Grindr e Jack’d.
I media americani titolano: 
“Ha ucciso perché non accettava la sua vera natura“.

Sopravvissuto alla strage di Orlando viene visto in tv 
dal suo datore di lavoro, che lo licenzia perché gay

È Giovanna Botteri, inviata del Tg3 ad Orlando, a riferire che la comunità gay di Orlando è stata colpita più di quanto si pensi. «Ci raccontavano -ha spiegato in diretta- che un ragazzo che è scampato alla strage, la mattina è andato al lavoro e si è trovato licenziato perché il padrone l'aveva visto testimoniare e aveva scoperto che aveva partecipato alla festa».
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È a questo che può condurre l'omofobia, dove un ragazzo che è scampato alla morte può essere 
licenziato solo perché il suo padrone di lavoro non ama i gay. E c'è pure qualche estremista italiano che continua a chiamarla «libertà di opinione» o «libertà religiosa», ma ogni evidenza ci mostra come l'omofobia sia solo violenza, anche quando viene applicata senza impugnare un fucile.


QUESTA E' UN'ARMA DA GUERRA MICIDIALE ...SI CHIAMA AR-15 , I SUOI COLPI , IN QUALSIASI PARTE DEL CORPO VI RAGGIUNGANO , SONO TUTTI MORTALI , PERCHE ' HANNO UNA CAPACITA' DI IMPATTO E PENETRAZIONE DEVASTANTE . E' NELLE MANI DI TRE MILIONI E SEICENTOMILA CITTADINI AMERICANI , CHE L'HANNO POTUTA ACQUISTARE COME NOI ACQUISTIAMO UN ASPIRAPOLVERE . E' UN PAESE ''CIVILE '' CHE PERMETTE QUESTO ?

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VITA OLISTICA

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L'olismo (dal greco όλος, cioè "la totalità") è una posizione teorica basata sull'idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Dal punto di vista "olistico", la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente dalla somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente. Un tipico esempio di struttura olistica è l'organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un'unità-totalità non esprimibile con l'insieme delle parti che lo costituiscono. Anche una macchina, in molti casi, non essendo esprimibile come una sommatoria funzionale delle sue parti, deve essere considerata olistica. Di un oggetto che vola, che resta e si muove per aria come l'aeroplano, ad esempio, è difficile dire che funzioni come "somma dei suoi componenti". Esso infatti, come sommatoria funzionale delle sue parti, non sarebbe identificabile con un "oggetto che vola".

Olismo, la scienza di vedere contemporaneamente il tutto e le parti.


 Che cosa significa vivere con una visione olistica della realtà? 
Che cosa vuol dire vivere e pensare in modo olistico? Questo approccio cambierà la nostra vita? 
La definizione tecnica di olismo non dice molto al neofita, l'olismo può essere applicato in tutti i mondi esistenziali e, soprattutto, spirituali.
Etimologicamente, la parola deriva dal greco "olografica", che significa " scrittura insieme ". L'olismo è il concetto che dice che la visione delle parti in concomitanza con la somma di tutte le parti diventa possibile solo attraverso un fattore integrativo immateriale, 
la coscienza, quindi la nostra spiritualità.
Dalla percezione e consapevolezza di questo fatto abbiamo notato che un approccio olistico alla salute sia legato alla spiritualità.


Che cosa è esattamente la spiritualità, che cosa significa essere spirituali? 
Se guardiamo le cose in termini di pensiero cristiano, spiritualità significa Dio. 
Tutte le tradizioni spirituali religiose hanno una visione unitaria, in base all'esperienza mistica. La 
caratteristica più importante della visione mistica e l'essenza della fede è l'unità di tutte le cose e eventi, come manifestazioni di una entità primaria: Dio, in cristianismo, Allah in islamismo, Brahman (Atman) nel Vedanta, Dharmakaya nel buddismo, Tao, in taoismo, Ein-Sophie in Kabbalah. 
D'altra parte, la fisica quantistica ha concluso che l'osservatore influenza l'osservazione quindi non si 
può fare una differenza netta tra soggetto e oggetto: abbiamo una unificazione dello sperimentatore, 
detto "problema conosciuto" con "l'oggetto sperimentato" o sconosciuto.
La teoria quantistica rivela fenomeni interdipendenti - il grande fisico Heisenberg ha detto: "Quello che facciamo è osservare la natura, è la natura sottoposta al nostro metodo di indagine ". 
Al mio parere, l'esperienza fondamentale della meditazione (etimologicamente, dal latino MEDITO - ad intermedio) è una esperienza intellettuale personale, con una sua serie di caratteristiche fondamentali, dipendente indirettamente dal contesto geografico, storico, culturale, o di fede religiosa oppure laica, quindi, dipendente direttamente della personalità, quindi, 
della forza e natura del oppinione di ciascuno, 
quindi della fisiologia del suo proprio cervello, quindi del suo pensiero, quindi, della sua inteligenza 
cellulare e cerebrale, quindi della sua auto-conoscenza!
Ecco! Ci siamo tonati...al punto di partenza!
Mi chiedo spesso quale incredibile segreto sia nascosto nella profondità del nostro essere. Quale 
destino sconosciuto condiziona la nostra esistenza?
 Può questo destino essere trasformato attraverso l'auto-conoscenza? 
Il sistema olistico è conoscere e demistificare: la conosenza non è mai stata vietata in un insegnamento spiegato scientificamente o nell'insegnamento dei grandi saggi: guardare il suo tutto per aiutare i simili a ottenere una conoscenza interiore che non è in alcun modo spezzato dalla vita, ma affonda piuttosto nelle sue radici. In tè stesso vi è la verità, in voi stessi, troverete la risposta a tutte le domande. Buddha disse: " Siate la vostra fiamma " .
La religione ortodossa sostiene che il regno di Dio è sempre "dentro di noi." 


Tutti gli epifenomeni emergenti si sviluppano per nascondere una mancanza di insegnamenti essenziali per superare il quadro subdolo del quotidiano consentendo il suo trascendere. Finora siamo sempre stati ingannati da tutte quelle scienze che hanno chiuso l'evoluzione spirituale in strutture rigide, sclerotiche, bloccate in dogmi che non possono più dirci nulla, tranne per "raccontare esempi" di rispetto verso norme deontologiche create dai loro rappresentanti. Lo stesso fenomeno può essere 
percepito (da coloro che possono avere una visione obiettiva) anche dentro la vita spirituale. 


Viaggiare interiormente, significa il risveglio spirituale, crescere e non addormentarsi in un sogno 
proiettato sulla realtà. Questo risveglio spirituale di un essere umano significa realizzare pienamente 
l'idea che in fondo, l'intero universo è un essere e capire che dentro quest'essere, esiste lui stesso 
come essere reale, con il suo ruolo all'interno di questo universo. 
La libertà del pensiero deve essere conquistata da ciascuno, e questa affermazione non è un riflesso 
egoistico, perchè essere equilibrato, armonioso, consapevole delle proprie possibilità, essere lucido, 
che vede la realtà non in termini di fantasia, ha sicuramente un influsso benefico su chi lo circonda. 
Le tecniche olistiche psicofisiche, se ben usate, ci portano al benessere, a curare le malattie, ad 
aumentare la nostra energia, ad aumentare la nostra intelligenza, 
e ci permettono di raggiungere la saggezza. 


Un'attenta concentrazione e consapevolezza rivela la nostra vera natura, ci permettono di trovare la 
pace e la tranquillità interiore, impedendo l'identificazione di noi stessi attraverso il nostro ego 
superficiale, vanitoso, egoista, affamato di potere. Questo è il significato della nostra esistenza: per 
scoprire chi siamo realmente, per scoprire il nostro vero sé, dobbiamo riunirci coscientemente alla fonte originale che ci ha creati. 
Una nuova branca della frontiera psicologica, "la psicologia trans-personale", aiuta ad avvicinare e 
spiegare scientificamente il profondo processo di scoperta del sé, tenendo in considerazione le 
indispensabili collaborazioni dei criteri scientifici, filosofici, arte e le grandi tradizioni iniziatiche. La 
caratteristica chiave di questo nuovo approccio è un approccio olistico, 
sia per natura "oggetto" di studio che di metodologia. 


A questa ricerca, piuttosto recente di natura psico-fisiologica, si sono aggiunti i contributi della 
riflessologia, bio-feedback, psicometria, psicologia sperimentale, psicoanalisi, psicologia genetica o 
evolutiva, psicopatologia, psicologia chimica, biochimica, fisica quantistica e biofisica, medicina antica e moderna, terapie alternative e filosofia, per definire l'olismo come "la scienza del vedere 
contestualmente le parti, l'intero e l'interconnesione tra loro." 


La conoscenza scientifica, la conoscenza spirituale e la conoscenza di sé porta i "soggetti" a una 
visione integrata della realtà, in altre parole, spinge ad una prospettiva in cui il non dualista TUTTO 
(Holos in greco) e ciascuna delle sinergie sono strettamente collegati tra loro da una costante 
interazione e spesso apparentemente paradossale (questa definizione è stata esposta nello Statuto 
dell'Università Olistica Internazionale di Parigi, 1986).


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PEDOFILIA

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PERCHE’ MOLTI PRETI SONO
PEDOFILI? 
Intervento di uno psicoterapeuta


Sempre più spesso, nonostante la censura di Stato si affanni per impedire la divulgazione di questo genere di notizie, vengono riferiti dalla stampa, ma soprattutto dai siti internet italiani ed esteri, episodi di pedofilia che hanno come protagonisti dei preti. 

Che si tratti di una vera e propria “epidemia” lo dimostra anche lo zelante interessamento del signor Giuseppe Ratzinger il quale, qualche anno fa, da cardinale, interveniva con veemenza contro i media americani che “osavano” diffondere questo genere di notizie, che potevano turbare i fedeli e gettare discredito sulla Chiesa cattolica. 

Evidentemente già da allora il modello di “informazione corretta” adottato da Ratzinger era quello italiano, enfatico e trionfalistico quando si tratta di osannare il papa, omertoso e mistificatorio quando si tratta di nascondere le malefatte della chiesa o dei suoi funzionari. 

La mancanza di pudore da parte del signor Ratzinger giunse persino a fargli teorizzare che, poiché la percentuale di preti con esperienze di pedofilia (che in America viene stimata fra l’1 e il 6%) non sarebbe superiore a quella della popolazione generale (il che è tutto da dimostrare), ciò dovrebbe indurre i giornalisti a considerare del tutto “ovvio” che debbano esistere dei preti pedofili, quantomeno in quantità tollerabile e statisticamente “inevitabile”, al punto da non creare più “inutili” e inopportuni scandalismi di fronte a tali eventi che, sempre secondo Ratzinger, non dovrebbero nemmeno “fare notizia”, essendo in qualche modo già “scontati”. 

Ora, ci si potrebbe domandare come mai la Chiesa non ha mai spiegato perché fare il prete cattolico non attenui, o perlomeno non ponga un freno morale, a queste disinvolte tendenze che, non dimentichiamolo, producono veri e propri crimini e non peccatucci veniali. Da coloro che si proclamano predicatori di verità divine nonché strenui difensori di inconsapevoli embrioni, sempre pronti a condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe attendere quantomeno un minimo di coerenza e di comportamenti esemplari, ma evidentemente così non è. 

Sta di fatto che questo atteggiamento di copertura verso i preti pedofili sarebbe  costato a Ratzinger  un procedimento giudiziario negli Stati Uniti, per oggettivo favoreggiamento, se non fosse che la nomina a papa ha fatto decadere la possibilità di proseguire l’iter, ed arrivare magari ad una condanna. Questo è avvenuto non in quanto Ratzinger è divenuto capo di una chiesa, ma in quanto “capo di Stato” estero,  ovvero del Vaticano, quindi, secondo le leggi vigenti negli USA, “immune” dalla competenza dei tribunali. 

Quanto alla situazione americana, vale la pena ricordare che la sola diocesi di San Francisco, in California, ha patteggiato risarcimenti alle famiglie dei bambini vittime di preti pedofili, per ben 21 milioni di dollari. Per tutti gli Stati Uniti le cifre dei risarcimenti si aggirano intorno al miliardo di dollari. Un vero disastro economico per il cattolicesimo americano, che oltretutto non gode di alcun finanziamento pubblico.

 *** 

Al di là di queste notizie viene da chiedersi: perché i preti diventano pedofili? Molti penseranno che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria, cosa che non risulta. Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina? 

No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni.  

Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e disarmate, va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto. 

Un pedofilo non è mai completamente adulto, bensì cerca, a livello inconscio, di rievocare simbolicamente la sua stessa infanzia. La mancanza di maturità sessuale da parte dei  preti, che l’esperienza del seminario non ha certo potuto permettere,  potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale.  

Questa interpretazione narcisistica del comportamento pedofilo dei preti sarebbe confermata dall’osservazione dell’età media delle vittime, spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni. Va anche sottolineato che nella quasi totalità dei casi si tratta di pedofilia omosessuale, ed anche questo elemento ci fa capire come il prete pedofilo abbia pesanti conflitti da risolvere con sé stesso, con la propria sessualità, con la propria storia e  soprattutto con la propria identità. 

La pedofilia è comunque un fenomeno estremamente complesso, non è semplicemente espressione di tendenze regressive infantili negli adulti (altrimenti i pedofili sarebbero milioni!).  

Va considerato un altro fondamentale aspetto: il rapporto sado-masochistico. Anche qualora non vi sia violenza, è innegabile che il pedofilo, per sottomettere la vittima, faccia leva sul suo potere adulto e sulla sua superiorità fisica e psicologica.  

E’ anche evidente che lo scopo del pedofilo non è di procurare piacere, ma di ottenerlo, anche usando la propria preda come fosse un giocattolo inerme. C’è dunque una notevole componente ideologicamente autoritaria nella pedofilia. Un autoritarismo che si esprime come un bisogno di possessivismo morboso, invincibile, da cui non ci si può sottrarre.  

E’ estremamente significativo che in molti episodi riportati dalle cronache, si nota che i preti pedofili generalmente non prendono particolari precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti. Nel loro delirio di onnipotenza (che è anch’esso di origine infantile) essi preferiscono contare sulla omertà delle proprie vittime piuttosto che sul mettere in atto i comportamenti devianti in contesti protetti, magari lontano dal proprio ambiente.  

*** 

A questo punto possiamo avanzare un’ipotesi che forse dà un senso logico a tutto quanto esposto precedentemente, e che potrebbe almeno in parte spiegare il ricorrente nesso fra comportamento pedofilo e condizione di prete.  

Riepilogando, abbiamo analizzato le principali componenti della pedofilia e abbiamo riscontrato regressione, autoritarismo, possessivismo morboso.  Guarda caso, si tratta dell’essenza più intima della teologia cattolica!  

Il cattolicesimo, fra tutte le religioni del mondo, è infatti quella che offre al popolo il maggior numero di simboli infantili: non a caso il personaggio più proposto, più venerato, più rappresentato e rispettato è una mamma. Poi, proprio come si fa con i bambini, vengono continuamente propinate  promesse, minacce, premi e punizioni. Raramente, o forse mai, si parla di responsabilità personale o di libere decisioni, quelli sono comportamenti troppo adulti, i cattolici possono solo osservare, seguire, credere,  aderire, obbedire, confessare, pentirsi, ecc.  

Sempre a proposito di regressione infantile, si osservi che il principale rito cattolico, nonché il comportamento più meritorio e sacro, è un comportamento “orale”, cioè l’eucarestia. Che i buoni cristiani debbano fare la comunione tutte le domeniche ricorda incredibilmente un vecchio luogo comune: “i bambini buoni mangiano tutta la pappa”. Non solo: nella liturgia cattolica si insiste, non a caso, sul fatto che l’ostia debba essere “imboccata” dalle mani del sacerdote, e non presa in mano dall’adepto. Come accade con una mamma che nutre un bambino che non sa ancora tenere in mano il cucchiaino.  

Pochi hanno notato che, a suo tempo, ci fu un richiamo di papa Wojtyla  proprio su questo argomento, ovvero dell’ostia “imboccata” dal prete, dato che molte chiese si stavano disinvoltamente protestantizzando su questa formalità apparentemente insignificante, distribuendo ostie direttamente nelle mani dei fedeli. Ma alla chiesa certi dettagli non sfuggono, perché ne conoscono l’enorme portata psicologica. 

Ed è infatti così che la chiesa vuole che siano i suoi sottoposti: inermi, inconsapevoli, bambini che si abbandonano ciecamente nelle mani di una autorità protettiva e consolatoria. Bambini che non sanno nemmeno usare le proprie mani. Guarda caso, anche i pedofili hanno bisogno di soggetti passivi ed inconsapevoli. Curioso vero? 

Sta di fatto che il bambino stuprato, vittima del pedofilo, magari del prete-pedofilo, è quindi una metafora del cattolico perfetto: sottomesso, timoroso, silenzioso, fiducioso che ciò che accade è per il suo bene. 

*** 

Il prete pedofilo non cessa dunque di essere prete (“Tu es sacerdos in aeternum”), anzi, forse esprime nella forma più eloquente ed esplicita quella ideologia che la sua mente ha assorbito da anni e anni, finendo per identificarsi con essa. Avete notato? I preti pedofili se scoperti non lasciano mai il sacerdozio, a differenza dei preti che hanno avuto delle “banali” relazioni con donne. Inoltre, difficilmente vengono sospesi dalle celebrazioni religiose, tutt’al più vengono trasferiti “per non dare scandalo”.  

Ora sappiamo perché: la pedofilia esprime in realtà ruoli e significati profondamente ed intimamente “cattolici”, sebbene il prete pedofilo abbia il paradossale ruolo di essere contemporaneamente vittima (sia dei suoi problemi personali che di una ideologia oggettivamente nociva per l’equilibrio psichico) e carnefice (perché commette abusi senza preoccuparsi dei danni indelebili che procura agli altri).  

La dinamica “prete pedofilo-bambino” è dunque una efficace metafora del rapporto fra la chiesa e i suoi fedeli, fra l’istituzione possessiva e autoritaria, e i suoi seguaci ingenui e “bambini”.  

Tra l’altro  la chiesa, battezzando bambini inconsapevoli, e indottrinandoli sin dalla scuola materna, a ben vedere mette in atto le stesse tecniche di adescamento usate dai pedofili, che infatti fondano la loro seduzione proprio sulla non conoscenza, sulla non consapevolezza e persino sul senso di timore riverenziale che la vittima avverte “dopo” l’avvenuto “battesimo” (in questo caso il termine va interpretato con un doppio senso). 

In entrambi i casi, questi bambini “vittime” (sia di pedofili che di chiese pedofile) sanno provare solo sensi di colpa, e non l’opportuno e sacrosanto diritto alla propria integrità mentale e fisica. Infatti, come tutti gli psicoterapeuti sanno bene per esperienza professionale, ricevere una educazione rigidamente cattolica non lascia minori conseguenze negative nella personalità rispetto agli effetti dei traumi psicologici che derivano dal subire episodi di pedofilia. Anzi forse questi ultimi, essendo tutto sommato più circoscritti, possono essere superati più facilmente. 

*** 

Un’altra analogia simbolica fra pedofilia e cattolicesimo la troviamo, nientemeno, nella messa. Che cos’è la messa? La rievocazione del sacrificio di una vittima innocente! Il rito del cosiddetto “agnello” che viene sacrificato sull’altare “per l’espiazione dei nostri peccati”.  

Un prete, dunque, che celebra la messa, drammatizza simbolicamente (per la teologia cattolica addirittura materialmente) il “sacrificio di una vittima innocente”.  Potremmo paradossalmente dire che anche i pedofili “sacrificano vittime innocenti”. Questo è molto importante perché è il cuore dell’ideologia cattolica. Abituare la propria mente a pensare che sacrificare vittime innocenti sia un rituale sacro, positivo, espiatorio, purificatore e da cui scaturisce il bene, può certamente confondere l’inconscio, “abituandolo” a concezioni sottilmente perverse e sacralizzate. 

Il prete pedofilo, stuprando bambini, per quanto spaventoso e deviante possa sembrare, non fa altro che “celebrare una messa”, usando simboli diversi ma evocando significati analoghi, ovvero: la vittima innocente va sacrificata. Il suo sangue non è la prova della violenza umana, al contrario, esso ci “lava” e ci purifica! Del resto, cose simili accadevano anche in molti antichi riti religiosi. Quanti poveri animali sono stati torturati, dissanguati e uccisi affinché i sacerdoti si illudessero, in tal modo, di ripulire sia la propria coscienza che quella altrui! 

*** 

Possiamo infine concludere che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo dannoso per gli altri, cerca sé stesso e la sua perduta identità sessuale.  Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è resa ancora più complessa a causa della nefasta influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita. 

L’omertà della chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. E perché no, studiati di più, affinché si possa tentare di prevenire il continuo ripetersi di questi fenomeni. 

Evidentemente la chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.

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Evitare Invecchiamento del Cervello

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Con il passare degli anni, il nostro corpo subisce diversi cambiamenti e nemmeno il cervello è immune agli effetti dell’invecchiamento, soprattutto ai radicali liberi. Più il tempo passa, più le cellule del nostro cervello si indeboliscono. Un cervello indebolito non riuscirà a fare nuove connessioni neuronali, né a conservare quelle già esistenti causando quindi dei problemi di memoria. 
Ciò non accade se si è capaci di ben conservare il proprio cervello. Si tratta quindi di un cervello capace di immagazzinare i propri ricordi, ottenere delle nuove informazioni
 e di comunicare con gli altri.
 Le seguenti cattive abitudini sono capaci di uccidere il tuo cervello. 
Devi eliminarle dalla tua routine quotidiana e permettere al cervello
 di riprendere il suo normale funzionamento.

Una cattiva alimentazione
I cibi pronti, che devono solo esser riscaldati, sono una soluzione facile dopo una giornata di lavoro, ma la loro consumazione è nociva per il nostro organismo, soprattutto per il cervello. Per potersi sviluppare normalmente e trattare le nuove informazioni in maniera corretta, quest’organo ha bisogno di nutrimento e di grassi sani. Mangia della frutta e della verdura fresca piuttosto che gli alimenti trasformati. Quest’ultimi sono ricchi di fruttosio, nocivo per il cervello.
Uno studio pubblicato nel 2012 nella Rivista di Fisiologia UCLA ha dimostrato che un’alimentazione ricca in fruttosio, 
alla lunga può danneggiare la memoria e la capacità di apprendimento.

Mancanza di sonno
Abbiamo tutti bisogno di dormire per riposarci e permettere al nostro corpo di recuperare. I medici 
raccomandano di dormire dalle 7 alle 8 ore a notte, ma spesso non rispettiamo queste ore e dormiamo molto meno. Questa cattiva abitudine ha degli effetti devastanti sulla salute del nostro cervello.
Dei ricercatori del’Università della Pennsylvania hanno fatto di recente uno studio sui topi e hanno 
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La mancanza di attività fisica
La pratica di un’attività fisica è benefica per il cervello. Lo sport favorisce la produzione di dopamina, l’ormone della felicità. Questo ormone è necessario per la memoria a breve termine, poiché la riflessione e la memoria di lavoro si nutrono di essa. 
Datevi allo sport e praticate l’attività fisica che più vi piace! 

Dei livelli elevati di stress
Lo stile di vita moderno ci espone tutti allo stress in un modo o nell’altro. Per proteggere il nostro 
cervello, è necessario trovare il modo di moderare lo stress e impedirgli di prendere il sopravvento sulla nostra vita, altrimenti lo stress è capace di inibire la crescita del cervello e modificarne la grandezza.Dei ricercatori dell’Università di Yale hanno svolto uno studio che dimostra che gli eventi che creano stress come un divorzio, una malattia o la morte di una persona cara, possono intaccare il cervello e portarlo ad un rimpicciolimento. Oltre al rimpicciolimento della materia grigia, è stata constatata anche una diminuzione della capacità di affrontare i problemi. Tutto ciò può portare a dei comportamenti autodistruttivi come la depressione, la sovralimentazione o la dipendenza.

Una vita sociale povera o inesistente
Avere una vita sociale è importante per la salute del cervello ed è stato provato in uno studio del 
Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School.
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